IL TREBBIANO SPOLETINO VIAGGIA SU RUOTE! TRA STORIA, GUSTO E BIKE
Con la primavera alle porte, si risvegliano le attività outodoor e il desiderio di scoprire il territorio dell’Umbria su due ruote, attraverso percorsi, paesaggi, esperienze di gusto e storiche che esprimono pianamente il fulcro, il cuore dell’Umbria: il suo essere una regione a misura di itinerari tra natura, cultura ed enogastronomia. Proprio in virtù di tutti questi elementi che fanno da collante per scoprire e vivere il Cuore Verde d’Italia, con la stagione dei fiori, del polline, degli alberi in fiore e finanche del risveglio dal lungo tepore invernale dei vigneti, iniziano e partono tutte le attività all’aria aperta, per gli amanti della natura ma anche degli inguaribili romantici che amano ammirare paesaggi nuovi e cangianti. Uno sport che racchiude tutte queste emozioni e sensazioni è proprio il Bike!
Con la Manifestazione Trebbiano Gravel si ha il matrimonio fra tutti questi elementi in cui il Trebbiano Spoletino, principe insieme al Grechetto tra i grandi bianchi dell’Umbria, diventa il protagonista si una manifestazione outdoor in Bike, Gravel appunto, con percorsi e itinerari tra i paesaggi umbri e soprattutto tra i vigneti dello Spoletino.
Un vitigno “maritato”
Il Trebbiano Spoletino è un vitigno a bacca bianca molto antico che sta tornando splendidamente in auge sia nella sua produzione e valorizzazione ma anche nella sua comunicazione e promozione all’estero.
Le viti erano anticamente allevate ad alberata, ovvero unite, “maritate”, agli alberi di olmo e acero, cosicché si sviluppassero come piante arrampicanti ed erano anche meno soggette a insidie di insetti e animali, oltre che ad essere una soluzione per l’umidità del terreno nelle ore fredde della giornata. Un sistema affascinante quanto arcaico di agricoltura in cui erano presenti in promiscuità più coltivazioni ma anche un metodo per ottimizzare il terreno e gli spazi per impiantare alberi e piante.
Con la meccanizzazione, le tecnologie agricole, le macchine e la modernità, oggi sono quasi rare le viti rimaste maritate di Trebbiano Spoletino, lasciando spazio a coltivazioni estensive che, al tempo stesso, creano paesaggi affascinanti fatti di filari e grappoli.
Il Trebbiano Spoletino è un vitigno autoctono a vendemmia tardiva che tuttavia tende a conservare un’elevate acidità rendendolo versatile nelle sue multiforme versione: fermo, spumantizzato, dolce, passito, vinsanto, macerazioni lunghe sulle bucce e affinamenti in legno.
Un nome, un vitigno, un vino
In Italia esistono diverse tipologie di vitigni “Trebbiano” che molto spesso però non hanno nessun legame di parentela, diciamo così, genetica.
Basti pensare al Trebbiano Toscano, il Trebbiano d’Abruzzo, il Trebbiano Romagnolo, Trebbiano Modenese, Trebbiano Giallo, Trebbiano di Soave…E ancora ci sono dei “Trebbiani” fuori dai confini italiani come ad esempio in Bulgaria o ancora in Sud Africa.
Per questo motivo, una soluzione proposta dai Consorzi potrebbe essere quello di riconoscerlo con il nome di Spoletino, slegandolo da Trebbiano e facendolo spiccare per le sue eleganti caratteristiche organolettiche.
Le “Dimore” del Trebbiano
Se il vitigno è stato iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di vite (n. 243) nel 1970, non è così “longeva” il suo riconoscimento per a Doc, Denominazione di Origine Controllata, risalante invece al 30 novembre del 2011.
La DOC Spoleto ha un superficie di circa 24.000 ettari tra i 200 e 600 metri di altitudine e comprende oggi parte dei Comuni di Spoleto, Montefalco, Castel Ritaldi, Foligno, Campello sul Clitunno e Trevi, e inserendo, per esempio, Comuni dove si può vinificare il Trebbiano come Giano dell’Umbria.